Mettere a confronto due figure iconiche come Chico Buarque e Fabrizio De André significa non solo imbattersi in carriere e vite eccezionali, ma anche riconoscere sorprendenti punti di incontro e divergenza tra le loro realtà. Gli anni di piombo, definizione sensazionalista in uso sia in Brasile, per indicare il periodo più repressivo della dittatura militare, sia in Italia, dove si riferisce con vaghezza all’estremizzazione della dialettica politica degli anni Settanta, danno senso a questo paragone, avvicinando non solo i due autori, sia come personaggi sia come cronisti della propria storia, ma anche il regime antidemocratico e la strategia della tensione, nonché le origini della Mpb e della canzone d’autore come istanze dell’immaginario collettivo di fronte a quei tempi. Confrontando i fenomeni di censura e sorveglianza che Chico e De André subirono proprio a causa dell’attività musicale e mettendo in dialogo le canzoni da loro pubblicate in quegli anni, è possibile, man mano che vengono svelate le dinamiche trasversali dell’industria discografica, decostruirle per osservare quel che sopravvive di un’estetica, di una poetica e di una storia al di là delle etichette.
MARISTELLA PETTI Nata a Bolsena, dopo essersi laureata in Letterature comparate e traduzione editoriale ha conseguito il dottorato di ricerca in Critica letteraria dialettica presso l’Universidade de Brasília. La sua tesi magistrale è stata pubblicata con il titolo La resistenza nella poesia nera femminile brasiliana contemporanea (Sensibili alle foglie, 2018). I suoi interessi si orientano in direzione di temi politici, meglio se in versi.
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Chico Buarque e Fabrizio De André. Anni di piombo, canzoni di rame
Maristella Petti
Mettere a confronto due figure iconiche come Chico Buarque e Fabrizio De André significa non solo imbattersi in carriere e vite eccezionali, ma anche riconoscere sorprendenti punti di incontro e divergenza tra le loro realtà. Gli anni di piombo, definizione sensazionalista in uso sia in Brasile, per indicare il periodo più repressivo della dittatura militare, sia in Italia, dove si riferisce con vaghezza all’estremizzazione della dialettica politica degli anni Settanta, danno senso a questo paragone, avvicinando non solo i due autori, sia come personaggi sia come cronisti della propria storia, ma anche il regime antidemocratico e la strategia della tensione, nonché le origini della Mpb e della canzone d’autore come istanze dell’immaginario collettivo di fronte a quei tempi. Confrontando i fenomeni di censura e sorveglianza che Chico e De André subirono proprio a causa dell’attività musicale e mettendo in dialogo le canzoni da loro pubblicate in quegli anni, è possibile, man mano che vengono svelate le dinamiche trasversali dell’industria discografica, decostruirle per osservare quel che sopravvive di un’estetica, di una poetica e di una storia al di là delle etichette.
MARISTELLA PETTI
Nata a Bolsena, dopo essersi laureata in Letterature comparate e traduzione editoriale ha conseguito il dottorato di ricerca in Critica letteraria dialettica presso l’Universidade de Brasília. La sua tesi magistrale è stata pubblicata con il titolo La resistenza nella poesia nera femminile brasiliana contemporanea (Sensibili alle foglie, 2018). I suoi interessi si orientano in direzione di temi politici, meglio se in versi.
2025
Maristella Petti
160
15,50