Sono nulla ma devo essere tutto. Punk, cultura, politica e società
“No future”, un grido che ha creato migliaia di futuri prima inimmaginabili. Il punk, come nessun altro genere musicale, è diventato la voce e l’amplificatore di processi politici e movimenti sociali destinati a ribaltare la percezione precostituita. E lo ha fatto alla velocità della luce, quasi seguendo lo one, two, three, four che precede l’inizio di ogni canzone. Un’ondata culturale che è cominciata da quei bassifondi che hanno visto la nascita dei Sex Pistols. La loro musica, in maniera molto più consapevole di quanto spesso è stato raccontato, è riuscita nella missione impossibile di mettere in discussione la Corona e la percezione quasi “ultraterrena” dei reali. Da questo momento in poi non è esistita alcuna istituzione che non potesse essere criticata, attaccata, presa di mira. E dalla musica e dai testi, il processo di decostruzione si è poi tradotto in veri e propri movimenti socio-politici in grado di risvegliare la coscienza di migliaia di giovani su tematiche come l’anarchia, l’antimilitarismo e la discriminazione di genere. Un impulso che ha portato il punk a essere elemento aggregatore anche in Sud America nella tristissima stagione delle dittature militari. Da Viv Albertine alle Bikini Kill, il punk è stato anche il primo genere musicale aperto a band interamente femminili. E ancora oggi la voce delle band è uno strumento di consapevolezza: dai NOFX che hanno posto l’attenzione sull’abolizione del diritto d’aborto negli Usa al Sidewalk Project, un’associazione di artisti che ha l’obiettivo di sostenere fasce non protette di popolazione attraverso l’arte. Il punk non è assolutamente morto, quindi, ma ancora una volta è pronto a riscrivere le nostre vite!
GIUSEPPE CUCINOTTA Ascolta, parla e scrive di musica, in particolare punk. Direttore di Pinknoises.it, rivista culturale che si occupa soprattutto di musica dal vivo, giornalista per il «Corriere della Sera», ufficio stampa per live-club.
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Sono nulla ma devo essere tutto. Punk, cultura, politica e società
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Giuseppe Cucinotta
Sono nulla ma devo essere tutto. Punk, cultura, politica e società
“No future”, un grido che ha creato migliaia di futuri prima inimmaginabili. Il punk, come nessun altro genere musicale, è diventato la voce e l’amplificatore di processi politici e movimenti sociali destinati a ribaltare la percezione precostituita. E lo ha fatto alla velocità della luce, quasi seguendo lo one, two, three, four che precede l’inizio di ogni canzone. Un’ondata culturale che è cominciata da quei bassifondi che hanno visto la nascita dei Sex Pistols. La loro musica, in maniera molto più consapevole di quanto spesso è stato raccontato, è riuscita nella missione impossibile di mettere in discussione la Corona e la percezione quasi “ultraterrena” dei reali. Da questo momento in poi non è esistita alcuna istituzione che non potesse essere criticata, attaccata, presa di mira. E dalla musica e dai testi, il processo di decostruzione si è poi tradotto in veri e propri movimenti socio-politici in grado di risvegliare la coscienza di migliaia di giovani su tematiche come l’anarchia, l’antimilitarismo e la discriminazione di genere. Un impulso che ha portato il punk a essere elemento aggregatore anche in Sud America nella tristissima stagione delle dittature militari. Da Viv Albertine alle Bikini Kill, il punk è stato anche il primo genere musicale aperto a band interamente femminili. E ancora oggi la voce delle band è uno strumento di consapevolezza: dai NOFX che hanno posto l’attenzione sull’abolizione del diritto d’aborto negli Usa al Sidewalk Project, un’associazione di artisti che ha l’obiettivo di sostenere fasce non protette di popolazione attraverso l’arte. Il punk non è assolutamente morto, quindi, ma ancora una volta è pronto a riscrivere le nostre vite!
GIUSEPPE CUCINOTTA
Ascolta, parla e scrive di musica, in particolare punk. Direttore di Pinknoises.it, rivista culturale che si occupa soprattutto di musica dal vivo, giornalista per il «Corriere della Sera», ufficio stampa per live-club.
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2023
Giuseppe Cucinotta