Stamattina è il 1987, in persona. E dentro uno scenario fatto di Public Enemy e Ricchi e Poveri, bad di Michael Jackson e Al Bano e Romina, tra Umberto Tozzi e CCCP, Fausto Leali e Onda Rossa Posse, tra Good Morning Vietnam e Rimini, Rimini, Primo Levi e Craxi, le Brigate Rosse e Sanremo, arriva ciò che un simile immaginario non avrebbe mai potuto aspettarsi: un disco alieno e americanissimo che dice “Walking, walking down!”. Arriva e si piazza al centro, come fosse più di un’ombra e meno di una persona. Mai dentro, mai fuori. Lo canta uno scappato di casa, un pezzo di legno modellato con le sembianze di un pupazzo colorato e sempre sorridente, che va a salti come una lepre, facendo fracasso. Ha scelto il nome d’arte di Pee Nocchio, ma un giorno il tipografo a cui aveva commissionato una locandina per una serata commise un refuso: scrisse Pinoxxxio. Lui lo trovò provvidenziale e tenne il nome. Quello che accadde dopo è una storia di venticinque anni. Da non potersi credere.
Michele Wad Caporosso
Scrittore e giornalista di nuova generazione, contributor per «Rolling Stone», «Vogue» e «L’Espresso», conduce una trasmissione su Radio Popolare Network e fa parte di Rockit, il punto di riferimento per la nuova musica in Italia. Nel 2011 ha pubblicato l’instant book Italia Suxxx (Agenzia X). È esperto di sottoculture e street art, new marketing e tecniche di comunicazione 2.0, ma soprattutto è nato in Puglia.
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Michele Wad Caporosso
Jovanotti. Mai dentro mai fuori
Stamattina è il 1987, in persona. E dentro uno scenario fatto di Public Enemy e Ricchi e Poveri, bad di Michael Jackson e Al Bano e Romina, tra Umberto Tozzi e CCCP, Fausto Leali e Onda Rossa Posse, tra Good Morning Vietnam e Rimini, Rimini, Primo Levi e Craxi, le Brigate Rosse e Sanremo, arriva ciò che un simile immaginario non avrebbe mai potuto aspettarsi: un disco alieno e americanissimo che dice “Walking, walking down!”. Arriva e si piazza al centro, come fosse più di un’ombra e meno di una persona. Mai dentro, mai fuori. Lo canta uno scappato di casa, un pezzo di legno modellato con le sembianze di un pupazzo colorato e sempre sorridente, che va a salti come una lepre, facendo fracasso. Ha scelto il nome d’arte di Pee Nocchio, ma un giorno il tipografo a cui aveva commissionato una locandina per una serata commise un refuso: scrisse Pinoxxxio. Lui lo trovò provvidenziale e tenne il nome. Quello che accadde dopo è una storia di venticinque anni. Da non potersi credere.
Michele Wad Caporosso
Scrittore e giornalista di nuova generazione, contributor per «Rolling Stone», «Vogue» e «L’Espresso», conduce una trasmissione su Radio Popolare Network e fa parte di Rockit, il punto di riferimento per la nuova musica in Italia. Nel 2011 ha pubblicato l’instant book Italia Suxxx (Agenzia X). È esperto di sottoculture e street art, new marketing e tecniche di comunicazione 2.0, ma soprattutto è nato in Puglia.
16.5
2016
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