Le tribute band rappresentano da sempre un fenomeno controverso e centrale nella scena musicale live italiana. Se da una parte suscitano l’odio di musicisti e cultori della musica dal vivo, dall’altra riempiono i locali dove suonano. Dopo aver mosso i primi passi negli anni Novanta, oggi i tributi occupano uno spazio di rilievo in tutta la penisola, contano su un importante seguito di pubblico e sono argomento di accesi dibattiti: dalla valenza artistica allo spazio reclamato dai musicisti emergenti; dalla mancata originalità all’aspetto puramente economico. La tendenza alla retromania, che da anni pervade la produzione musicale mondiale, evidenzia come le tribute band siano solo la punta dell’iceberg di questo modo di concepire la musica: elevano ad arte il concetto di tributo, arrivando a creare delle riproduzioni quasi teatrali, replicano i brani originali suonando strumenti identici agli artisti di riferimento, diventano un tutt’uno con la rockstar; solo alcune
formazioni si discostano dai modelli cercando di trasmettere il proprio essere e interpretando i brani in modo personale. Le tribute band meritano di essere considerate come veri gruppi rock, ma al contempo rivelano come la nostra cultura musicale sia spesso rivolta al passato, mettendo in luce pregi e difetti del nostro vivere musicale. Per comprendere al meglio le motivazioni, l’ambiente e le caratteristiche del fenomeno, per questo libro sono stati intervistati componenti di tributi, giornalisti e gestori di locali. Ne è emerso che ogni tribute band ha la sua identità e ogni critico o musicista una sua idea. Osservandolo dall’interno, affiorano contraddizioni, passioni, obiettivi e dilemmi di un fenomeno in continua evoluzione.
Massimiliano Barulli
Laureato in Etnomusicologia alla Sapienza di Roma, vive a Castiglione del Lago in provincia di Perugia. Scrive di musica online, suona la chitarra per passione e il basso in una tribute band degli Oasis.
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Massimiliano Barulli – L’arte di imitare. Il fenomeno delle tribute band in Italia
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Le tribute band rappresentano da sempre un fenomeno controverso e centrale nella scena musicale live italiana. Se da una parte suscitano l’odio di musicisti e cultori della musica dal vivo, dall’altra riempiono i locali dove suonano. Dopo aver mosso i primi passi negli anni Novanta, oggi i tributi occupano uno spazio di rilievo in tutta la penisola, contano su un importante seguito di pubblico e sono argomento di accesi dibattiti: dalla valenza artistica allo spazio reclamato dai musicisti emergenti; dalla mancata originalità all’aspetto puramente economico. La tendenza alla retromania, che da anni pervade la produzione musicale mondiale, evidenzia come le tribute band siano solo la punta dell’iceberg di questo modo di concepire la musica: elevano ad arte il concetto di tributo, arrivando a creare delle riproduzioni quasi teatrali, replicano i brani originali suonando strumenti identici agli artisti di riferimento, diventano un tutt’uno con la rockstar; solo alcune
formazioni si discostano dai modelli cercando di trasmettere il proprio essere e interpretando i brani in modo personale. Le tribute band meritano di essere considerate come veri gruppi rock, ma al contempo rivelano come la nostra cultura musicale sia spesso rivolta al passato, mettendo in luce pregi e difetti del nostro vivere musicale. Per comprendere al meglio le motivazioni, l’ambiente e le caratteristiche del fenomeno, per questo libro sono stati intervistati componenti di tributi, giornalisti e gestori di locali. Ne è emerso che ogni tribute band ha la sua identità e ogni critico o musicista una sua idea. Osservandolo dall’interno, affiorano contraddizioni, passioni, obiettivi e dilemmi di un fenomeno in continua evoluzione.
Massimiliano Barulli
Laureato in Etnomusicologia alla Sapienza di Roma, vive a Castiglione del Lago in provincia di Perugia. Scrive di musica online, suona la chitarra per passione e il basso in una tribute band degli Oasis.
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