Dal punto di vista storico, la conoscenza della musica afroamericana si basa sull’esistenza degli archivi, siano essi sonori, bibliografici o fotografici. E se pure i diversi livelli influiscono gli uni sugli altri, determinando le coordinate della nostra ricezione, è insolito che un progetto decida di farli volutamente cortocircuitare, incrociandoli e sovrapponendoli. Eppure è questa la sfida del presente libro: utilizzare le immagini come suggestioni narrative per ripensare il senso della vicenda jazzistica. Nella convinzione che insieme alla storia della musica il jazz abbia saputo rinnovare la nostra visione del mondo, dunque il nostro immaginario. Giocando sull’ambiguo legame che unisce la fotografia a quel microtesto che va sotto il nome di didascalia, a cui solitamente è consegnato il processo di elaborazione del senso, l’autore si prende la libertà di dilatare le didascalie fino a trasformarle in piccole narrazioni, ognuna delle quali parte da una specifica immagine, o da una sequenza di immagini, per cercare di delineare l’orizzonte di un più ampio immaginario.
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Giorgio Rimondi
Nerosubianco
Fenomenologia dell’immaginario jazzistico
Dal punto di vista storico, la conoscenza della musica afroamericana si basa sull’esistenza degli archivi, siano essi sonori, bibliografici o fotografici. E se pure i diversi livelli influiscono gli uni sugli altri, determinando le coordinate della nostra ricezione, è insolito che un progetto decida di farli volutamente cortocircuitare, incrociandoli e sovrapponendoli. Eppure è questa la sfida del presente libro: utilizzare le immagini come suggestioni narrative per ripensare il senso della vicenda jazzistica. Nella convinzione che insieme alla storia della musica il jazz abbia saputo rinnovare la nostra visione del mondo, dunque il nostro immaginario. Giocando sull’ambiguo legame che unisce la fotografia a quel microtesto che va sotto il nome di didascalia, a cui solitamente è consegnato il processo di elaborazione del senso, l’autore si prende la libertà di dilatare le didascalie fino a trasformarle in piccole narrazioni, ognuna delle quali parte da una specifica immagine, o da una sequenza di immagini, per cercare di delineare l’orizzonte di un più ampio immaginario.
Giorgio Rimondi
16.5
2015
144
Prefazione di Paolo Fresu