Viviamo l’era della digitalizzazione di ogni attività umana, musica compresa. Tutto corre in Rete e il tempo in cui per procurarsi quella preferita bisognava ricorrere alle rare riviste in edicola, alle fanzine e al passaparola, sembra lontanissimo. Il brivido dell’ordine dei dischi al buio, della distribuzione tra i pochi amici interessati, della registrazione su cassetta di quanto comprato dagli altri, sono solo ricordi. Adepti della Chiesa del Metallo non vuole solo ricordare quei tempi e cercare di risvegliare in chi li ha vissuti quella gratificante iniezione di endorfine scatenata dal primo ascolto o, al contrario, la delusione nello scoprire di aver preso un “pacco”. Tornare a quei tempi può essere il pretesto per parlare non solo di ciò che eravamo, ma anche di ciò che siamo diventati e di cosa rischiamo di diventare. Perché conoscere il passato è la chiave per capire il nostro presente e cercare di pianificare il futuro. Cosa significava essere un metallaro all’alba degli anni Ottanta diventa così il modo per parlare dell’Italia del tempo. Ricordare l’epopea del vinile quello per discutere del suo ritorno e di ciò che vi ruota intorno. Dibattere dei nastri e delle piattaforme digitali come Spotify quello per riflettere su come sia rischioso il nostro modo di conservare musica e cultura. Sfogliare mentalmente le vecchie fanzine quello per discutere del concetto di critica ai tempi del Web e guardare a zone del mondo in cui gli appassionati di rock rischiano la vita può darci più consapevolezza del nostro quotidiano in Italia. Perché il tempo che dedichiamo o non dedichiamo alle nostre passioni racconta molto di noi come uomini e del modello di società che stiamo costruendo.
pp.
319
Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.Ok
Francesco Gallina – Adepti della Chiesa del Metallo
18,50€
Acquista prodotto
Viviamo l’era della digitalizzazione di ogni attività umana, musica compresa. Tutto corre in Rete e il tempo in cui per procurarsi quella preferita bisognava ricorrere alle rare riviste in edicola, alle fanzine e al passaparola, sembra lontanissimo. Il brivido dell’ordine dei dischi al buio, della distribuzione tra i pochi amici interessati, della registrazione su cassetta di quanto comprato dagli altri, sono solo ricordi. Adepti della Chiesa del Metallo non vuole solo ricordare quei tempi e cercare di risvegliare in chi li ha vissuti quella gratificante iniezione di endorfine scatenata dal primo ascolto o, al contrario, la delusione nello scoprire di aver preso un “pacco”. Tornare a quei tempi può essere il pretesto per parlare non solo di ciò che eravamo, ma anche di ciò che siamo diventati e di cosa rischiamo di diventare. Perché conoscere il passato è la chiave per capire il nostro presente e cercare di pianificare il futuro. Cosa significava essere un metallaro all’alba degli anni Ottanta diventa così il modo per parlare dell’Italia del tempo. Ricordare l’epopea del vinile quello per discutere del suo ritorno e di ciò che vi ruota intorno. Dibattere dei nastri e delle piattaforme digitali come Spotify quello per riflettere su come sia rischioso il nostro modo di conservare musica e cultura. Sfogliare mentalmente le vecchie fanzine quello per discutere del concetto di critica ai tempi del Web e guardare a zone del mondo in cui gli appassionati di rock rischiano la vita può darci più consapevolezza del nostro quotidiano in Italia. Perché il tempo che dedichiamo o non dedichiamo alle nostre passioni racconta molto di noi come uomini e del modello di società che stiamo costruendo.
319