Smessi i panni della Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, scesi dal bus del Magical Mystery Tour, i Beatles abbandonano le visioni psichedeliche per rivolgersi alla Trascendenza professata dal nuovo guru, il Maharishi Yogi. Dal suo ashram alle pendici dell’Himalaya, mentre altrove è già tumulto, essi imboccano la Long and Winding Road al termine della quale si scopriranno non più un’unica entità ma quattro individui, ognuno con lo sguardo rivolto a un diverso punto cardinale. Le gemme raccolte lungo questo cammino, stupende quanto diseguali, comporranno l’acclamato White Album, disco di assoluta sincerità sonora dopo l’estasi di Sgt. Pepper, a conclusione del loro tormentato 1968. Un anno di utopie, tensioni e rivoluzioni anche per la band di Liverpool. La creazione della Apple e il suo maldestro tentativo di “comunismo occidentale”; l’arrivo di Yoko Ono e l’approccio lennoniano all’arte concettuale; i primi progetti solisti; gli scandali e le crisi personali; le voci in rivolta di una gioventù che li ha eletti a portavoce assoluti e che adesso ne attende la presa di posizione. Tre brani di John Lennon, Revolution, Revolution 1 e Revolution 9 (suo personale ritratto sonoro del Maggio francese), offrono altrettante voci – non
prive di ripensamenti – alle sue certezze sul bisogno di cambiare il mondo e ai suoi dubbi sul come farlo. Ancor più numerose e vibranti le risposte dei movimenti, degli intellettuali e degli artisti impegnati di mezzo mondo, dalla New Left a Jean-Luc Godard. Proprio il punto di vista della ricezione, dei destinatari del messaggio lanciato dalla band, occupa un posto centrale in questo racconto: dal ’68 visto dai Beatles, ai Beatles visti dal ’68. Dodici mesi cruciali racchiusi in un doppio Lp, due 45 giri e un film, che parlano con ispirata maturità di un’irripetibile esperienza artistica e di costume che, prima di avviarsi all’epilogo, incide con rinnovato vigore sulla cultura e sulla società di quel Sessantotto e degli anni a venire.
Francesco Brusco
Docente di Storia dell’Arte, musicista e studioso di popular music. Ha pubblicato per Arcana Estetica di Sgt. Pepper: genesi, linguaggi e ricezione del capolavoro dei Beatles (2017). Collabora con «Chitarra Acustica» e con altre riviste e blog di settore; come musicista ha pubblicato due Cd con i Là Nua.
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Francesco Brusco – Revolution. Il ’68 dei Beatles
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Con la prefazione di Donato Zoppo
Smessi i panni della Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, scesi dal bus del Magical Mystery Tour, i Beatles abbandonano le visioni psichedeliche per rivolgersi alla Trascendenza professata dal nuovo guru, il Maharishi Yogi. Dal suo ashram alle pendici dell’Himalaya, mentre altrove è già tumulto, essi imboccano la Long and Winding Road al termine della quale si scopriranno non più un’unica entità ma quattro individui, ognuno con lo sguardo rivolto a un diverso punto cardinale. Le gemme raccolte lungo questo cammino, stupende quanto diseguali, comporranno l’acclamato White Album, disco di assoluta sincerità sonora dopo l’estasi di Sgt. Pepper, a conclusione del loro tormentato 1968. Un anno di utopie, tensioni e rivoluzioni anche per la band di Liverpool. La creazione della Apple e il suo maldestro tentativo di “comunismo occidentale”; l’arrivo di Yoko Ono e l’approccio lennoniano all’arte concettuale; i primi progetti solisti; gli scandali e le crisi personali; le voci in rivolta di una gioventù che li ha eletti a portavoce assoluti e che adesso ne attende la presa di posizione. Tre brani di John Lennon, Revolution, Revolution 1 e Revolution 9 (suo personale ritratto sonoro del Maggio francese), offrono altrettante voci – non
prive di ripensamenti – alle sue certezze sul bisogno di cambiare il mondo e ai suoi dubbi sul come farlo. Ancor più numerose e vibranti le risposte dei movimenti, degli intellettuali e degli artisti impegnati di mezzo mondo, dalla New Left a Jean-Luc Godard. Proprio il punto di vista della ricezione, dei destinatari del messaggio lanciato dalla band, occupa un posto centrale in questo racconto: dal ’68 visto dai Beatles, ai Beatles visti dal ’68. Dodici mesi cruciali racchiusi in un doppio Lp, due 45 giri e un film, che parlano con ispirata maturità di un’irripetibile esperienza artistica e di costume che, prima di avviarsi all’epilogo, incide con rinnovato vigore sulla cultura e sulla società di quel Sessantotto e degli anni a venire.
Francesco Brusco
Docente di Storia dell’Arte, musicista e studioso di popular music. Ha pubblicato per Arcana Estetica di Sgt. Pepper: genesi, linguaggi e ricezione del capolavoro dei Beatles (2017). Collabora con «Chitarra Acustica» e con altre riviste e blog di settore; come musicista ha pubblicato due Cd con i Là Nua.