Farcitura eccessiva di un tacchino, e sue conseguenze. Pensieri di una pianista poco classica
“Farcitura eccessiva di un tacchino, e sue conseguenze” racconta attraverso brevi quadri i retroscena del mondo della musica classica, e con scanzonata serietà apre uno scorcio su un ambiente poco conosciuto ai più. Il lettore, cui idealmente l’autrice si rivolge, è colui il quale non conosce affatto questo mondo, e si pone su di esso domande elementari (Come si fa a diventare musicisti? Di cosa campa un musicista? Perché lo fa?) e alle quali generalmente non trova risposta. Nello stesso tempo, i racconti tendono una mano al musicista stesso, che abitualmente si trova solo nell’affrontare titaniche questioni esistenziali (Come viene vista la sua attività in famiglia? È il solo a convivere con l’ansia da prestazione? Quei dubbi che ha maturato sulla didattica sono fondati?). Questo scritto rompe dunque con leggerezza quel velo di Maya che nasconde agli occhi dell’uomo comune le verità recondite della musica classica, regalando una ventata di normalità a un ambiente che troppo poco si racconta. In corso di lettura si scoprirà il perché di un titolo tanto curioso quanto autobiografico: l’autrice, a poco a poco, svela elementi di sé e della propria vicenda personale, un percorso sofferto e fuori dagli schemi, che l’ha infine condotta a una carriera da pianista “diversamente classica”.
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Farcitura eccessiva di un tacchino, e sue conseguenze. Pensieri di una pianista poco classica
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Maria Cefalà
Farcitura eccessiva di un tacchino, e sue conseguenze. Pensieri di una pianista poco classica
“Farcitura eccessiva di un tacchino, e sue conseguenze” racconta attraverso brevi quadri i retroscena del mondo della musica classica, e con scanzonata serietà apre uno scorcio su un ambiente poco conosciuto ai più. Il lettore, cui idealmente l’autrice si rivolge, è colui il quale non conosce affatto questo mondo, e si pone su di esso domande elementari (Come si fa a diventare musicisti? Di cosa campa un musicista? Perché lo fa?) e alle quali generalmente non trova risposta. Nello stesso tempo, i racconti tendono una mano al musicista stesso, che abitualmente si trova solo nell’affrontare titaniche questioni esistenziali (Come viene vista la sua attività in famiglia? È il solo a convivere con l’ansia da prestazione? Quei dubbi che ha maturato sulla didattica sono fondati?). Questo scritto rompe dunque con leggerezza quel velo di Maya che nasconde agli occhi dell’uomo comune le verità recondite della musica classica, regalando una ventata di normalità a un ambiente che troppo poco si racconta. In corso di lettura si scoprirà il perché di un titolo tanto curioso quanto autobiografico: l’autrice, a poco a poco, svela elementi di sé e della propria vicenda personale, un percorso sofferto e fuori dagli schemi, che l’ha infine condotta a una carriera da pianista “diversamente classica”.
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2023
12,50