Gli U2 come non li avete mai letti: ecco a voi una sceneggiatura per parole e immagini attraverso i luoghi e i grandi temi di un gruppo che è ormai Storia: dalla periferia dell’impero britannico a New York, dalla fede all’amore, passando per Miami e Belfast fino alla fine del mondo. Andrea Morandi organizza le sue fitte ma scorrevoli pagine conducendo una raffinata analisi che si può leggere anche come un film: capace di mostrare “dal di dentro” queste stories for boys partite da Dublino e arrivate alla conquista del mondo. Il risultato è un’esplorazione inedita e approfondita delle loro lyrics con tutto quello che si può trovare (e che magari non tutti conoscono) nel backstage di quasi 150 canzoni: la politica e la Bibbia, l’amore e la filosofia, ma anche il cinema e le arti figurative, senza per altro dimenticare i riferimenti a personaggi celebri come Elvis Presley, Martin Luther King, Lech Walesa, Nelson Mandela e Barack Obama. L’autore passa al setaccio tutti gli album degli U2 scoprendovi dentro Joyce, Yeats, il mito dell’America e le radici dell’Irlanda, le Trabant, Raymond Carter e Charles Bukowski. E molto altro ancora.
Andrea Morandi
Critico musicale, scrive per «la Repubblica» e «Il Venerdì».
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Andrea Morandi
U2. The name of love
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Gli U2 come non li avete mai letti: ecco a voi una sceneggiatura per parole e immagini attraverso i luoghi e i grandi temi di un gruppo che è ormai Storia: dalla periferia dell’impero britannico a New York, dalla fede all’amore, passando per Miami e Belfast fino alla fine del mondo. Andrea Morandi organizza le sue fitte ma scorrevoli pagine conducendo una raffinata analisi che si può leggere anche come un film: capace di mostrare “dal di dentro” queste stories for boys partite da Dublino e arrivate alla conquista del mondo. Il risultato è un’esplorazione inedita e approfondita delle loro lyrics con tutto quello che si può trovare (e che magari non tutti conoscono) nel backstage di quasi 150 canzoni: la politica e la Bibbia, l’amore e la filosofia, ma anche il cinema e le arti figurative, senza per altro dimenticare i riferimenti a personaggi celebri come Elvis Presley, Martin Luther King, Lech Walesa, Nelson Mandela e Barack Obama. L’autore passa al setaccio tutti gli album degli U2 scoprendovi dentro Joyce, Yeats, il mito dell’America e le radici dell’Irlanda, le Trabant, Raymond Carter e Charles Bukowski. E molto altro ancora.
Andrea Morandi
Critico musicale, scrive per «la Repubblica» e «Il Venerdì».
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2017
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