Robert Wyatt è una figura emblematica per comprendere l’evoluzione lirica e musicale dei decenni successivi al secondo conflitto mondiale. Puramente inglese nella sua quieta disperazione, dotato dell’infantile capacità di giocare con la verità e incline alla visione laterale, alla sperimentazione non fine a se stessa, al dadaismo e alla curiosità politica e sociale, Wyatt è una lente variopinta attraverso cui guardare per comprendere le spinte che animano un uomo solo e la sua volontà all’interno di una società rumorosa, esaltante, opprimente e conflittuale. Bambino attratto dalle possibilità creative della musica nel fiabesco reame di Canterbury, si troverà tra Londra e gli Stati Uniti a lavorare spalla a spalla con le massime personalità musicali del suo tempo: da Jimi Hendrix a Brian Eno, da Björk a Daevid Allen. Formerà un gruppo di inquieta sperimentazione come i Soft Machine, e come solista affiancato da amici talentuosi darà vita a opere che splendono di luce propria. Un uomo mutante nella forma e nei contenuti, dalla personalità oscura e luminosa, che abbraccia linguaggi altrui per formarne uno proprio, assoluto e inconfondibile. Dall’ascolto di una musica fatta di suoni liberi associati a canoni variabili, e dei testi – liberi pensieri associati a lettere e parole nuove – si traccia un percorso che a partire dall’uomo-artista Wyatt, bipede batterista e autore incatenato, abbraccia la sua società e il suo tempo, del quale egli si è fatto voce cristallina, spezzata e sincera.
Andrea Guerrini
Nasce ad Arezzo, laureatosi tra Roma e Bologna vive a Torino. Viaggia dedicandosi alla musica e ai racconti, cambiando spesso mestiere.
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Andrea Guerrini – Robert Wyatt. Folly Bololy, testi commentati
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Robert Wyatt è una figura emblematica per comprendere l’evoluzione lirica e musicale dei decenni successivi al secondo conflitto mondiale. Puramente inglese nella sua quieta disperazione, dotato dell’infantile capacità di giocare con la verità e incline alla visione laterale, alla sperimentazione non fine a se stessa, al dadaismo e alla curiosità politica e sociale, Wyatt è una lente variopinta attraverso cui guardare per comprendere le spinte che animano un uomo solo e la sua volontà all’interno di una società rumorosa, esaltante, opprimente e conflittuale. Bambino attratto dalle possibilità creative della musica nel fiabesco reame di Canterbury, si troverà tra Londra e gli Stati Uniti a lavorare spalla a spalla con le massime personalità musicali del suo tempo: da Jimi Hendrix a Brian Eno, da Björk a Daevid Allen. Formerà un gruppo di inquieta sperimentazione come i Soft Machine, e come solista affiancato da amici talentuosi darà vita a opere che splendono di luce propria. Un uomo mutante nella forma e nei contenuti, dalla personalità oscura e luminosa, che abbraccia linguaggi altrui per formarne uno proprio, assoluto e inconfondibile. Dall’ascolto di una musica fatta di suoni liberi associati a canoni variabili, e dei testi – liberi pensieri associati a lettere e parole nuove – si traccia un percorso che a partire dall’uomo-artista Wyatt, bipede batterista e autore incatenato, abbraccia la sua società e il suo tempo, del quale egli si è fatto voce cristallina, spezzata e sincera.
Andrea Guerrini
Nasce ad Arezzo, laureatosi tra Roma e Bologna vive a Torino. Viaggia dedicandosi alla musica e ai racconti, cambiando spesso mestiere.